Un modo per comunicare con tutti: la CAA​

le interviste di now

Se qualcuno con deficit comunicativi entra nella tua farmacia, come fai a capire cosa vuole o a comunicargli qualcosa? Prova con la CAA.

Nella nostra società ci sono diverse persone che hanno difficoltà comunicative, per i più svariati motivi. Autismo, incidenti, malattie degenerative; tutte cose che possono portare a deficit della comunicazione. Queste persone hanno bisogno di aiuto e a loro viene incontro la Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA).

La CAA è una pratica che cerca di rendere più facile la comunicazione a coloro che hanno difficoltà. Ha vari volti ed è indirizzata a persone con problemi differenti; non si propone di sostituire il linguaggio verbale ma di rinforzarlo tramite simboli e varie altre tecniche.

In ottica farmacia, immaginiamo la comunicazione completata dalla CAA; cercando di aiutare i pazienti ancor prima che questi entrino in contatto con il farmacista. Per saperne qualcosa di più abbiamo intervistato Paola; un’educatrice che segue vari bambini, aiutandoli a comunicare grazie alla CAA. Di seguito troverete le domande che le abbiamo posto e le sue risposte.

le caa

Chi sono e cosa faccio

Mi chiamo Paola Viezzer, sono una educatrice professionale e lavoro come assistente educativa scolastica nelle scuole sul territorio di Monza e Brianza. Attualmente sono in una scuola primaria e seguo 4 bambini con differenti problematiche.

Il lavoro dell’educatore è quello di favorire e sostenere l’inclusione scolastica degli alunni diversamente abili e/o in situazioni di disagio e favorirne la piena partecipazione alle attività scolastiche.  Il nostro intervento avviene a più livelli e si concretizza attraverso: la vicinanza emotiva, il rinforzo, la motivazione, il raggiungimento delle autonomie, gli apprendimenti. Collaboriamo con l’insegnante di sostegno e con le insegnanti di classe.

Il lavoro con i bambini viene svolto in aula, o in piccolo gruppo o in un rapporto uno ad uno a seconda degli obiettivi che si vogliono raggiungere, e tenendo in considerazione anche le problematiche che presenta il nostro utente.

I laboratori a classi aperte rappresentano una tra le modalità che preferisco per favorire l’inclusione, ed è proprio all’interno di questi laboratori che ho iniziato ad interessarmi e poi ad utilizzare la CAA.

Che cos’è la CAA e chi ne usufruisce?

La CAA è un insieme di conoscenze tecniche, di strategie e di tecnologie atte a semplificare e ad incrementare la comunicazione nelle persone che presentano difficoltà ad utilizzare i più comuni canali comunicativi (linguaggio orale e scrittura).

Si definisce aumentativa perché parte dalle competenze comunicative che il soggetto già possiede (vocalizzi, linguaggio verbale residuo, gesti) e cerca di incrementarle. Viene, invece, definita alternativa perché si avvale spesso di strategie e tecniche diverse del linguaggio parlato (es. simboli).

La CAA viene utilizzata con:

  • soggetti (bambini e adulti) che presentano una grave disabilità cognitiva;
  • bambini che presentano disturbi primari della comunicazione;
  • soggetti che presentano un disturbo di tipo espressivo;
  • soggetti adulti che hanno subito traumi, che hanno patologie quali l’Alzheimer, afasie gravi, ictus, sclerosi multipla;
  • soggetti per i quali la comunicazione è momentaneamente preclusa (es. in terapia intensiva, primi approcci con la lingua locale da parte di soggetti stranieri).

In cosa si traduce a livello pratico

Vi posso raccontare come io e le mie colleghe la utilizziamo nel nostro contesto scolastico.

Ci sono dei programmi specifici che la scuola ci ha acquistato; si tratta di software che ci permettono di scaricare i simboli utilizzabili poi con i bambini. Tali programmi sono: Boardmaker e Symwriter (Auxilia). I simboli vengono utilizzati per:

  • identificare oggetti/giochi/ presenti nelle aule;
  • identificare gli spazi della scuola (palestra, mensa, bagni, giardino,);
  • realizzazione del calendario e delle regole nelle classi;
  • costruzione di agende per aiutare i bambini ad organizzarsi nella giornata e nella routine scolastica;
  • traduzione in simboli di testi semplificati per permettere al bambino una maggior comprensione dei contenuti;
  • traduzione in simboli delle lezioni affinché il bambino possa seguire il programma di classe;
  • creazione di libri modificati (libri già esistenti ma semplificati) all’interno di laboratori di lettura;
  • laboratori creativi partendo da simboli della CAA per poi arrivare a creare storie fantastiche e originali.

Durante le feste, gli eventi, gli open-day le scritte e i lavori fatti con la CAA diventano un valore aggiunto alle proposte che fa la scuola.

Come la CAA aiuta chi ha problemi di comunicazione?

Per rispondere partirei da un’altra domanda: perché comunichiamo?
Perché vogliamo condividere idee, informazioni; perché vogliamo condividere emozioni; perché vogliamo ottenere qualcosa; perché vogliamo interagire con qualcuno.

Tutti hanno bisogno di comunicare, tutti hanno una intenzionalità comunicativa (anche quei bambini o quei soggetti che, per la loro gravità, sembra non l’abbiano!). Ecco allora l’importanza di fornire canali alternativi al linguaggio (gesti, immagini, simboli) a chi la parola non riesce ad utilizzarla, o a chi non possiede le capacità necessarie per accedere alla comunicazione.

Attraverso l’immagine, il simbolo, il bambino può fare una richiesta, fare una scelta, comprendere una semplice consegna, esprimere un suo bisogno o un suo stato emotivo. Grazie ai simboli l’educatore, l’insegnante può fare delle richieste al bambino, può anticipargli ciò che si andrà a fare, dove lo stiamo portando, cosa gli accadrà, quale attività dovremo fare.

Qualche retail ha utilizzato la CAA?

Sinceramente non so se esistano dei negozi che abbiano utilizzato i simboli per spiegare quanto viene fatto nei loro store.

In alcune biblioteche esistono spazi dedicati ai libri modificati o agli in-book. Navigando in rete ho visto che ci sono dei progetti interessanti sull’utilizzo della comunicazione CAA (Ravenna città CAA, un borgo in Emilia Romagna dove tutte le scritte soni tradotte anche con i simboli).

Come si può implementare una comunicazione CAA nel retail e nello specifico in una farmacia?

Secondo me ogni negozio potrebbe affiancare l’utilizzo dei simboli al linguaggio scritto che descrive i prodotti, gli spazi, i servizi proposti, i comportamenti adeguati da tenere, le sequenze da seguire per accedere ad un servizio piuttosto che ad un altro.

In farmacia sarebbe utile un opuscolo informativo sui servizi scritto con la CAA. Pensiamo ad esempio una bimba che vuole farsi fare i fori ai lobi per gli orecchini, oppure un esame per la prova della glicemia

Sicuramente tutto ciò sarebbe, a mio avviso, un valore aggiunto per i suoi pazienti diciamo “speciali”

Quali costi dovrebbe affrontare la farmacia per inserire una comunicazione CAA?

Il consiglio è quello di affidarsi ad un consulente CAA che possa realizzare il progetto sulla base di un budget fornito dalla farmacia. In alternativa se la farmacia volesse in autonomia affrontare il progetto i costi da affrontare sarebbero legati:

  • All’acquisto del software
  • All’utilizzo degli strumenti (copyright).
  • Al costo di stampa e plastificazione delle immagini o delle scritte.
  • Al costo per la progettazione: cosa scrivere, come scriverlo, dove e come posizionare le immagini.

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