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Dal consiglio alla consulenza

Consulenza

L’esposizione dei prodotti sullo scaffale cosa rappresenta per il cliente?

Ogni category, normalmente, può essere configurato con 5, 6, 7 livelli espositivi e ogni ripiano dovrebbe “raccontare”, al cliente della farmacia, un percorso di consiglio e di prevenzione che è stato studiato dal titolare.
Il farmacista dovrebbe utilizzare il category a supporto del consiglio che vuole offrire al cliente. In questo caso, il category, traduce visivamente la strategia della farmacia ed il messaggio che vuole dare alla propria clientela: sui ripiani potremmo decidere di mettere in evidenza le referenze private label, oppure il Fitoterapico o decidere di lavorare solo con i prodotti leader di mercato che fanno da traino alle Private label. Qualunque sia la scelta che farà il farmacista, questa dovrà essere condivisa con tutto lo staff.

Ma quando il consiglio diventa consulenza, ovvero counselling?

 “Il termine counseling è spesso tradotto in consulenza… uno degli elementi distintivi del counseling rispetto alla situazione del consiglio è che, nel primo caso, la relazione si svolge con un esperto (nel nostro caso con il farmacista) ed è finalizzata alla ricerca di una strategia per rendere possibili scelte o modifiche (che riguardano la nostra salute), nel secondo caso, invece, la relazione è paritaria e consiste nel suggerire […]”

Il farmacista che vuole intraprendere l’attività di counselling, dovrà riabituarsi ad interagire nello spazio, ad uscire dal banco (l’emergenza Covid ha recluso i farmacisti dietro le postazioni).

Indipendentemente dalla pandemia, il banco costituisce sempre una barriera alla comunicazione, per questo oggi molte farmacie lo sostituiscono con i banchi singoli “diffusi” nell’area a libero servizio; il banco singolo è permeabile nello spazio, il farmacista sarà agevolato ad uscire ed avvicinarsi anche fisicamente alle persone migliorando così la relazione e l’interazione.

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